Scopri tutto sulla frattura dello sterno: cause, sintomi, fattori di rischio e quando consultare un medico. Guida completa per il recupero.
Cause della frattura dello sterno: principali fattori di rischio
Meccanismi comuni della frattura dello sterno
La frattura dello sterno è una lesione ossea del torace che si verifica tipicamente in seguito a un trauma diretto. Le cause più comuni sono:
-
incidenti automobilistici ad alta velocità (soprattutto con cintura di sicurezza);
-
cadute da altezze significative;
-
colpi diretti durante attività sportive di contatto o arti marziali.
Questi meccanismi provocano una compressione violenta dello sterno contro la colonna vertebrale, che può causare una frattura lineare, trasversa o comminuta. Secondo uno studio pubblicato su ResearchGate, pur essendo rara, la frattura dello sterno nello sport può verificarsi in discipline con impatti toracici ripetuti.
Condizioni predisponenti che aumentano il rischio di frattura
Oltre ai traumi diretti, esistono numerosi fattori di rischio che rendono lo sterno più vulnerabile:
-
osteoporosi: riduzione della densità ossea, soprattutto in età avanzata;
-
osteopenia e malattie metaboliche ossee;
-
uso prolungato di corticosteroidi o farmaci che indeboliscono l’osso;
-
carenze nutrizionali (es. vitamina D, calcio);
-
storia clinica di tumori ossei o metastasi sternali.
Queste condizioni possono causare fratture spontanee o microfratture progressivamente peggiorate, anche in assenza di traumi significativi.
Frattura dello sterno legata alla rianimazione cardiopolmonare (RCP)
Una delle cause iatrogene (cioè causate da procedure mediche) di frattura dello sterno è la rianimazione cardiopolmonare (RCP). Durante le compressioni toraciche, la forza esercitata sullo sterno può provocare una frattura, soprattutto nei pazienti anziani o fragili. Secondo una ricerca pubblicata su MDPI, la percentuale di fratture sternali durante la RCP è in aumento, in particolare nei pazienti con patologie preesistenti.
Sintomi e manifestazione clinica della frattura dello sterno
Sintomi e segni tipici
I sintomi più comuni includono:
-
dolore toracico anteriore localizzato, spesso acuto e persistente;
-
dolore accentuato dalla respirazione profonda, dalla tosse o dai movimenti;
-
gonfiore e, in alcuni casi, ematoma visibile nella zona dello sterno;
-
sensazione di scroscio o clic osseo durante il movimento.
In caso di frattura dello sterno grave, i sintomi possono essere accompagnati da alterazioni respiratorie, ansia, affaticamento o dolore irradiato al dorso e alle spalle.
Reperti all’esame fisico
Durante la visita medica, l’esaminatore può osservare i seguenti segni clinici:
-
dolore alla palpazione dello sterno, spesso molto intenso e ben localizzato;
-
edema (gonfiore) nella regione sternale;
-
ecchimosi (lividi) cutanee in corrispondenza del trauma;
-
crepitio osseo (sensazione di attrito tra frammenti);
-
nei casi più gravi: deformazione visibile o instabilità toracica.
L’esame clinico deve essere sempre completato con indagini strumentali (radiografia, TAC toracica) per confermare la frattura dello sterno e valutare eventuali lesioni associate.
Quando è necessario rivolgersi urgentemente al medico
Una frattura dello sterno può rappresentare un’emergenza, soprattutto se associata a lesioni polmonari, cardiache o vascolari. È indispensabile consultare un medico se si manifestano:
-
dispnea (difficoltà respiratoria);
-
dolore toracico che peggiora o non migliora;
-
tachicardia o aritmie;
-
sensazione di oppressione al petto;
-
perdita di conoscenza o stato confusionale.
In questi casi, è necessario escludere pneumotorace, contusione cardiaca o danni ai grandi vasi toracici, che possono essere letali se non trattati prontamente.
Fisioterapia per la frattura dello sterno: un ruolo cruciale nel recupero
Quando iniziare la fisioterapia dopo una frattura dello sterno
L’inizio della fisioterapia dopo una frattura dello sterno dipende dalla gravità della lesione, dalla presenza di altre complicazioni e dalla strategia di trattamento adottata (conservativa o chirurgica). In generale, la riabilitazione inizia entro la prima o seconda settimana dopo la stabilizzazione del dolore acuto, sempre su indicazione medica.
L’obiettivo iniziale è quello di:
-
prevenire rigidità articolari e muscolari;
-
mantenere la capacità respiratoria ottimale;
-
ridurre il dolore con approcci passivi e tecniche manuali delicate.
Secondo uno studio pubblicato su MDPI, la fisioterapia precoce e graduale è associata a un recupero funzionale più veloce e a una minore incidenza di complicazioni respiratorie nei pazienti con frattura dello sterno.
Esercizi respiratori e di correzione posturale
La frattura dello sterno può alterare la meccanica respiratoria e portare a una postura protettiva in cifosi, con spalle anteriorizzate e muscolatura toracica accorciata. Gli esercizi respiratori aiutano a mantenere la funzionalità polmonare e a prevenire complicanze come l’atelettasia o le infezioni.
Tra gli esercizi consigliati:
-
respirazione diaframmatica profonda, eseguita in posizione supina o seduta;
-
esercizi di espansione toracica;
-
mobilizzazione attiva delle spalle e scapole;
-
tecniche di rilassamento e autocoscienza posturale.
La rieducazione posturale consente al paziente di recuperare l’equilibrio tra i gruppi muscolari anteriori e posteriori e prevenire atteggiamenti compensatori.
Progressione dell’attività e ritorno alla funzionalità
Il ritorno alle attività quotidiane e lavorative dopo una frattura dello sterno avviene in modo graduale. Il programma riabilitativo prevede una progressione ben strutturata:
-
esercizi a bassa intensità e basso impatto nelle prime fasi;
-
lavoro su forza isometrica dei muscoli toracici e scapolari;
-
successivo rinforzo dinamico del core e della muscolatura paravertebrale;
-
simulazione di gesti funzionali specifici per il paziente (es. guidare, sollevare oggetti).
Una corretta programmazione evita il rischio di sovraccarico precoce e riduce il rischio di cronicizzazione del dolore.
Trattamento chirurgico della frattura dello sterno: quando considerare l’intervento
Indicazioni all’intervento chirurgico
Sebbene la maggior parte dei casi di frattura dello sterno venga trattata in modo conservativo, in alcune circostanze è necessario ricorrere alla chirurgia. Le indicazioni includono:
-
fratture instabili o complesse, come le fratture comminute;
-
scompenso respiratorio secondario alla frattura;
-
presenza di emotorace o lesioni associate gravi;
-
dolore toracico intrattabile non responsivo al trattamento conservativo.
Tecniche di fissazione chirurgica
L’intervento consiste generalmente nella fissazione con placche e viti in titanio, che stabilizzano i frammenti sternali e ne permettono una corretta guarigione. Le tecniche moderne mirano a:
-
ridurre il rischio di infezioni post-operatorie;
-
preservare il più possibile la biomeccanica del torace;
-
consentire un recupero precoce e funzionale.
La scelta del metodo chirurgico dipende dall’anatomia del paziente, dalla localizzazione della frattura dello sterno e dalla presenza di altri traumi toracici.
Cure post-operatorie e tempi di recupero
Il decorso post-chirurgico prevede:
-
riposo funzionale nelle prime 2 settimane;
-
terapia del dolore;
-
iniziale mobilizzazione assistita con fisioterapista;
-
rieducazione respiratoria;
-
graduale ripresa dell’attività fisica.
Il ritorno alle normali attività quotidiane avviene in media tra la quarta e l’ottava settimana, ma la tempistica può variare in base alle condizioni cliniche individuali.
Come diagnosticare una frattura dello sterno: tecniche di imaging
Radiografia del torace e suo valore diagnostico
La radiografia del torace in proiezione laterale è il primo esame eseguito in pronto soccorso in caso di trauma toracico. Essa permette di:
-
evidenziare linee di frattura nello sterno;
-
valutare la presenza di dislocazioni;
-
escludere pneumotorace, emotorace o fratture costali associate.
Tuttavia, le radiografie standard possono non rilevare fratture minime o non dislocate.
TAC nei casi gravi di frattura dello sterno
La tomografia computerizzata (TAC) è l’esame di scelta nei casi dubbi o gravi. Essa offre una visualizzazione tridimensionale ad alta definizione e permette di:
-
valutare fratture complesse o multiple;
-
pianificare un eventuale intervento chirurgico;
-
individuare lesioni associate a cuore, polmoni o grandi vasi.
Secondo la letteratura clinica di MDPI, la TAC è indispensabile nei politraumi toracici.
Ruolo dell’ecografia nella diagnostica d’emergenza
L’ecografia toracica può essere utile come strumento rapido al letto del paziente, specialmente in contesti di emergenza. Permette di:
-
visualizzare ematomi sternali;
-
monitorare la presenza di versamenti pleurici;
-
confermare fratture in pazienti non trasportabili per imaging avanzato.
È un esame non invasivo, privo di radiazioni e facilmente ripetibile.
Frattura dello sterno: lesioni associate a cuore, polmoni e costole
Complicanze cardiopolmonari dopo il trauma
Una frattura dello sterno può essere isolata, ma spesso è accompagnata da gravi complicanze cardiopolmonari. Il cuore e i polmoni, trovandosi direttamente dietro lo sterno, possono subire danni da impatto. Le complicanze includono:
-
contusione miocardica (danno muscolare del cuore), con aritmie potenzialmente pericolose;
-
versamenti pericardici, che in rari casi evolvono in tamponamento cardiaco;
-
contusione polmonare o pneumotorace (collasso del polmone).
Uno studio pubblicato su MDPI evidenzia che le lesioni sternali, soprattutto nei traumi ad alta energia, sono spesso correlate a danni interni che richiedono monitoraggio intensivo e imaging approfondito.
Fratture costali e loro relazione con la frattura dello sterno
Le fratture delle costole si verificano comunemente insieme alla frattura dello sterno, poiché le stesse forze traumatiche agiscono su tutta la gabbia toracica. Le costole adiacenti possono rompersi e aumentare:
-
il rischio di emotorace o pneumotorace;
-
il dolore respiratorio e muscolare;
-
la difficoltà nei movimenti e nella postura.
Il trattamento congiunto richiede una strategia coordinata che comprenda analgesia multimodale, esercizi respiratori assistiti e tecniche di rilassamento muscolare.
Lesioni interne che richiedono ospedalizzazione
Una frattura dello sterno associata a lesioni interne può rappresentare una vera emergenza traumatologica. I pazienti con i seguenti segni clinici devono essere ospedalizzati immediatamente:
-
instabilità emodinamica;
-
emorragie interne;
-
compromissione respiratoria;
-
aritmie cardiache o perdita di coscienza.
In questi casi, l’intervento rapido in ambiente intensivo può essere determinante per la sopravvivenza.
Trattamento conservativo della frattura dello sterno: approcci non chirurgici
Gestione del dolore e farmacoterapia
Il controllo del dolore è il pilastro iniziale nel trattamento conservativo della frattura dello sterno. I farmaci più utilizzati includono:
-
analgesici da banco (paracetamolo, ibuprofene);
-
FANS in caso di infiammazione estesa;
-
miorilassanti, se vi è tensione muscolare compensatoria;
-
oppioidi, solo per dolore severo e sotto stretto controllo medico.
L’obiettivo è consentire una respirazione profonda efficace e prevenire complicanze secondarie legate all’ipoventilazione.
Posizioni di riposo consigliate e limitazioni nei movimenti
Durante le prime 2–3 settimane, è fondamentale limitare movimenti bruschi e evitare carichi anteriori sul torace. Le posizioni più indicate includono:
-
decubito supino con supporto lombare;
-
posizione semi-seduta (45°), per facilitare la ventilazione;
-
utilizzo di cuscini ergonomici per evitare compressioni involontarie durante il sonno.
Si sconsigliano:
-
flessioni del tronco in avanti;
-
torsioni rapide;
-
sollevamento di pesi.
Esercizi respiratori e sicurezza del paziente a domicilio
Per evitare complicazioni come la polmonite ipostatica, è essenziale mantenere la ventilazione toracica attiva attraverso:
-
esercizi di espansione toracica assistita;
-
inspirazione profonda con pause trattenute;
-
utilizzo di incentivatori respiratori.
A domicilio, i pazienti devono essere educati alla gestione autonoma del dolore, al monitoraggio dei segni d’allarme e all’importanza della mobilizzazione precoce e sicura.
Tempi di recupero e prognosi nella frattura dello sterno
Durata media di guarigione per tipo di frattura
La guarigione completa da una frattura dello sterno dipende dal tipo di frattura e dall’approccio terapeutico. In media:
-
fratture lineari e non dislocate: 6–8 settimane;
-
fratture comminute o complesse: 8–12 settimane;
-
dopo chirurgia: fino a 3 mesi, con fisioterapia prolungata.
Durante questo periodo è essenziale evitare stress meccanici sullo sterno, che potrebbero ritardare la consolidazione ossea.
Fattori che influenzano il recupero individuale
Ogni paziente presenta una risposta unica alla guarigione. I principali fattori che influiscono sono:
-
età e stato generale di salute;
-
presenza di osteoporosi o deficit nutrizionali;
-
qualità della gestione del dolore e della fisioterapia;
-
compliance del paziente alle indicazioni posturali e ai limiti funzionali;
-
eventuali comorbidità (es. BPCO, diabete, malattie cardiache).
Una gestione interdisciplinare migliora sensibilmente l’evoluzione clinica e la qualità della vita.
Esiti a lungo termine e possibili complicanze
Nella maggior parte dei casi, la prognosi è positiva, con ritorno completo alle attività entro 2–3 mesi. Tuttavia, alcune complicanze a lungo termine possono includere:
-
dolore toracico persistente, noto come sindrome post-frattura;
-
rigidità toracica e perdita di elasticità muscolare;
-
deformità estetiche se la frattura dello sterno non guarisce correttamente;
-
ansia respiratoria o meccanismi posturali disfunzionali.
La prevenzione di queste complicanze si basa su un approccio precoce, integrato e su misura per il paziente.
Prevenzione ed educazione per la frattura dello sterno
Come prevenire i traumi toracici
La frattura dello sterno è spesso causata da traumi diretti ad alta energia. Tuttavia, esistono misure efficaci per ridurre il rischio:
-
utilizzo della cintura di sicurezza e posizionamento corretto durante la guida;
-
evitare sport ad alto impatto senza supervisione tecnica;
-
evitare cadute accidentali tramite l’uso di calzature antiscivolo e ambienti sicuri per gli anziani.
Educare il paziente sul riconoscimento precoce dei sintomi di un trauma toracico è essenziale per intervenire tempestivamente.
Dispositivi di protezione e postura nello sport e nei trasporti
L’impiego di dispositivi protettivi è fondamentale negli sport da contatto, nel motociclismo, nel ciclismo e nelle attività ad alto rischio. Caschi integrali, pettorine toraciche e giubbotti protettivi riducono sensibilmente il rischio di frattura dello sterno.
Anche nei trasporti (es. autobus, aerei, treni), la posizione seduta corretta e la consapevolezza posturale riducono i rischi in caso di impatto o brusca frenata.
Educazione del paziente per attività sicure dopo il recupero
Dopo la guarigione da una frattura dello sterno, l’educazione continua è fondamentale. I pazienti devono imparare a:
-
riconoscere i segnali di sovraccarico funzionale;
-
mantenere una postura corretta durante le attività lavorative o sportive;
-
riprendere l’attività fisica in modo graduale e supervisionato.
La collaborazione con fisioterapisti e kinesiterapisti facilita un ritorno sicuro e completo alle attività quotidiane.
Frattura dello sterno negli atleti: cause, rischi e recupero
Sport con maggiore rischio di frattura dello sterno
Alcune discipline sportive presentano un rischio più elevato di frattura dello sterno, in particolare:
-
football americano, rugby, hockey su ghiaccio;
-
arti marziali e sport da combattimento;
-
equitazione, ciclismo competitivo e motori sportivi.
Secondo uno studio su ResearchGate, traumi diretti durante competizioni o allenamenti intensi sono causa frequente di lesioni sternali negli atleti.
Considerazioni riabilitative specifiche per gli atleti
Negli sportivi, il programma riabilitativo dopo una frattura dello sterno deve tenere conto di:
-
tempi di recupero funzionale rapidi ma sicuri;
-
recupero completo della mobilità toracica e della respirazione dinamica;
-
prevenzione delle compensazioni posturali che potrebbero compromettere la performance.
È fondamentale integrare esercizi di rinforzo del core, stabilizzazione scapolare e respirazione attiva nei protocolli riabilitativi.
Ritorno sicuro alla performance agonistica
Il ritorno allo sport va autorizzato solo dopo:
-
completa guarigione clinica e radiologica;
-
assenza di dolore durante attività funzionali specifiche;
-
test muscolari e respiratori soddisfacenti.
Il rientro progressivo può variare da 6 a 12 settimane in base alla gravità della frattura dello sterno e alle richieste specifiche dello sport praticato.
Effetti a lungo termine della frattura dello sterno su postura e respirazione
Complicanze croniche comuni dopo una frattura dello sterno
Nonostante una guarigione clinica, alcuni pazienti riferiscono sintomi persistenti, come:
-
dolore toracico cronico;
-
fastidio durante la respirazione profonda o lo stretching;
-
sensazione di rigidità sternale.
Questi sintomi possono essere legati a fibrosi tissutale, alterazioni fasciali o retrazioni muscolari, specialmente se la riabilitazione non è stata completa.
Squilibri posturali e compensazioni muscolari
Una frattura dello sterno mal gestita può portare a:
-
iperlordosi lombare compensatoria;
-
chiusura scapolare e rotazione interna delle spalle;
-
iperattivazione dei muscoli accessori della respirazione (SCM, scaleni, trapezio).
Il trattamento fisioterapico deve includere tecniche di rieducazione posturale, rilascio miofasciale e lavoro neuro-muscolare specifico per ristabilire simmetria e controllo.
Rieducazione respiratoria e terapia a lungo termine
Il retraining respiratorio è una componente spesso trascurata ma fondamentale dopo una frattura dello sterno. Comprende:
-
respirazione diaframmatica e consapevolezza del movimento toracico;
-
esercizi di espansione costale laterale;
-
tecniche di rilassamento respiratorio per ridurre tensioni viscerali e fasciali.
La terapia respiratoria a lungo termine migliora la funzione polmonare, l’ossigenazione e la postura dinamica del torace.
Domande più frequenti
Una frattura dello sterno è grave?
Sì, può esserlo. Dipende dall’estensione del trauma e dalle lesioni associate. Anche se molte fratture dello sterno guariscono senza chirurgia, possono essere correlate a complicanze cardiopolmonari potenzialmente pericolose.
Quanto tempo serve per guarire da una frattura dello sterno?
La guarigione completa richiede in media 6–8 settimane per fratture semplici, fino a 12 settimane per quelle complesse o dopo chirurgia. La riabilitazione funzionale può prolungarsi fino a 3 mesi.
I medici possono fare qualcosa per uno sterno rotto?
Assolutamente sì. Il trattamento può essere conservativo o chirurgico, in base alla gravità. I medici gestiscono il dolore, la stabilità toracica e la funzione respiratoria, spesso con il supporto di fisioterapisti.
Quanto tempo ci vuole perché lo sterno guarisca completamente?
In assenza di complicazioni, lo sterno si consolida in circa 6–12 settimane. Tuttavia, il recupero completo della funzione toracica e respiratoria può richiedere più tempo, specie negli sportivi o nei pazienti con patologie croniche.
⚠️ Tutte le informazioni e raccomandazioni relative alla salute si basano sull’esperienza professionale di una fisioterapista e chinesiologa laureata, con diversi anni di pratica clinica sia a livello internazionale che locale. Questi consigli hanno lo scopo di sostenere il benessere generale e la riabilitazione, ma non sostituiscono il parere medico.
Ogni persona è unica e le risposte ai trattamenti o agli esercizi possono variare. Si raccomanda quindi vivamente di consultare un medico o un professionista sanitario prima di iniziare una nuova terapia, un programma di esercizi o apportare modifiche alla propria routine di salute.
Queste linee guida sono fornite esclusivamente a scopo educativo e informativo.